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Digitale generativo? Dentro le pratiche educative con uno sguardo psicopedagogico

Studente: Debora Pistolato
Titolo tesi: Digitale generativo? Dentro le pratiche educative con uno sguardo psicopedagogico
Docente relatore: Prof. Giovanni Fasoli
Docente controrelatore: Prof. Matta Emad
Presidente commissione di tesi: Prof. Davide Girardi
Data discussione tesi: 16 marzo 2022
Licenza in: Scienze pedagogiche

In un contesto in cui le tecnologie digitali e i dispositivi elettronici sono stati assorbiti, inglobati e plasmati, divenendo parte integrante della vita di ognuno, lo scopo primario è quello di interrogarsi su quanto sia significativo continuare a conferire un attributo sensoriale di "bene" e "male" al fenomeno della digitalizzazione della società. Dopo aver chiarito lo stato dell'arte provando ad abbracciare una prospettiva aumentativa e pervasiva dell'oggetto d'indagine e assumendo la postura di un osservatore di un cambiamento che è già in essere, si introdurranno le funzioni generative delle tecnologie digitali; ma sarà esplicitata anche la consapevolezza dei potenziali rischi, che sono il rovescio della medaglia di una tematica così complessa. L'interrogativo di partenza, come suggerisce il titolo dell'elaborato, è se il digitale possa essere considerato generativo e quali siano le possibilità che mette a disposizione quando viene declinato e adattato ad ambienti educativi e socio-sanitari. Il nucleo centrale della ricerca infatti, focalizza l'attenzione proprio su queste due aree della pratica psicopedagogica: la didattica e la prevenzione. La prospettiva innovativa è la conclusione del lavoro, nella revisione di 3 studi e progetti che riportano l'argomentazione sul piano della concretezza e auspicano a porre in luce i possibili orizzonti di senso che si stanno attualmente mettendo in campo ed implementando per indagare risultati sempre maggiori ed efficaci. In futuro sarà necessario continuare ad osservare gli sviluppi del digitale al servizio delle pratiche educative, anche allo scopo di provare ad attivare progettualità specifiche nelle diverse aree di competenza di ciascun professionista. Per quanto riguarda il pedagogista la formazione di una simile competenza non può che rivelarsi un utile ausilio tecnico da inserire nella propria cassetta degli attrezzi.

In light of digital technologies and electronic devices becoming an integral part of everyone's life nowadays, the primary aim is to question how meaningful it is to keep giving a sensory attribution of "good" and "bad" to this continuing digital transformation and its societal impact. The generative functions of digital technologies will be introduced once this astonishing event is clarified by using not only an augmentative and pervasive perspective of the research topic but also by acting as an observer of this progressive change. Notwithstanding the benefits of this digital process, the awareness of potential risks, which are the flip side of the coin of such a complex issue, will be clarified in due course. As suggested by the paper's title, the starting question is whether the digital can be considered generative and the possibilities it offers when it is declined and adapted to educational and social-health environments. The core of the research focuses on these two areas of psycho-pedagogical practice: didactics and prevention. The innovative perspective is the conclusion of the work, in the review of 3 studies and projects that bring the argument back to the level of concreteness and hope to highlight the possible horizons of meaning that are currently put in place and implemented to examine more significant and efficient results. In the future, it will be necessary to continue to observe the developments of digital technology at the service of educational practices, also aiming to activate specific projects in the different areas of competence of each professional. As far as the education specialist is concerned, the formation of such competence cannot but prove to be a valuable technical aid to include in one's toolbox.

L'insegnante di sostegno nella scuola. L'importanza di promuovere un ambiente comunitario e inclusivo

Studente: Ilaria Ferraro
Titolo tesi: L'insegnante di sostegno nella scuola. L'importanza di promuovere un ambiente comunitario e inclusivo
Docente relatore: Prof. Enrico Miatto
Docente controrelatore: Prof. Alberto Baccichetto
Presidente commissione di tesi: Prof. Marco Emilio
Data discussione tesi: 16 marzo 2022
Licenza in: Scienze pedagogiche

La scelta di questo tema, e di conseguenza l’obiettivo della presente ricerca, nasce dalla volontà di comprendere come l’insegnante di sostegno può promuovere l’inclusione in una scuola vista come comunità. Per questo inizialmente verranno approfondite l’evoluzione, il ruolo e le competenze della figura professionale dell’insegnante di sostegno. Successivamente verrà studiata, sul piano teorico, la formazione e la funzione della figura del docente specializzato nella scuola in ottica di comunità. Seguirà un approfondimento sul tema della comunità e della sua valenza pedagogica, fino ad arrivare poi a esaminare gli elementi che l’insegnante di sostegno dovrebbe considerare in modo tale da favorire lo sviluppo di una comunità scolastica. Essendo l’inclusione uno degli obbiettivi verso il quale il docente specializzato dovrebbe mirare, nella parte finale della ricerca si indagherà come poter favorire un ambiente scolastico inclusivo per tutti e per ciascuno.

The topic and the aim of this research is to study how the support teacher can encourage integration in a school seen as a community. For this purpose, at first I will examine the evolution, the role and the skills of the support teacher's professional figure, then study the education and function of the teacher specialised in a community-type school on a theoretical base. Afterwards I will analyse the pedagogical value of communities, then the features that the support teacher should consider to encourage the development of a community-type school. Inclusion is one of the main aims for a specialised teacher, therefore I will conclude this research investigating how to promote a school environment that is inclusive for everyone.

Il potere della parola nell'intervento educativo

Studente: Federica Zof
Titolo tesi: Il potere della parola nell'intervento educativo
Docente relatore: Prof. Enrico Miatto
Docente controrelatore: Prof. Alberto Baccichetto
Presidente commissione di tesi: Prof. Marco Emilio
Data discussione tesi: 16 marzo 2022
Licenza in: Progettazione e gestione degli interventi socioeducativi

Siamo quotidianamente esposti a una tale quantità di parole che corriamo il rischio di perderci in esse e benché sembra essere più facile trovare la parola corretta per esprimere ciò che intendiamo, questo accade raramente. Ciononostante, le parole sono così potenti che possono darci vita, identità e possono spiegare la ragione della nostra esistenza. Basandosi sui fondamenti antropologici, pedagogici ed etici, il seguente lavoro analizza il potere della parola all’interno dell’intervento educativo, considerando come un educatore potrebbe e dovrebbe usarla. Il focus, pertanto, è nella postura dell’educatore piuttosto che sull’effetto delle sue parole, mettendo in evidenza che è possibile per un educatore incarnare e progettare parole generative. In un processo educativo, un educatore può trovare la “parola giusta” se basa il suo comportamento su tre pilastri: la parola data (nel doppio significato del termine), la parola vera e la parola agita. La tradizione salesiana evidenzia ciò che don Bosco chiama la “parola all’orecchio”, una pratica educativa che questa tesi mira a considerare come efficace e valida anche per l’educatore di oggi. Infine, la tesi parte dalla riflessione pedagogica per progettare un intervento educativo nell’attività del Doposcuola, poggiando proprio sulla pratica di don Bosco della “parola all’orecchio”.

We are daily exposed to such a large amount of words that we run the risk of getting lost in them and though it seems easier to pick the right word to express what we mean, it rarely happens like that. Nevertheless, words are so powerful that they can give us life, identity and they can explain the reason of our existence. Relying on anthropological, pedagogical and ethical bedrocks, the following dissertation analyzes the power of words in the educational intervention, considering how an educator could and should use them. The focus, therefore, is on the attitude of the educator rather than on the effects of words, pointing out that it is possible for the educator to embody and plan generative words. In the educational process, an educator can come up with the “right word” if he/she rests his/her behaviour on three pillars: a word which is “given” (in the two meanings this word signifies), a word which is based on truth and a word which reflects his/her coherence. The Salesian tradition highlights what don Bosco called “parola all’orecchio”, an educational practice which this paper aims to consider as still effective and worthwhile for today’s educator. Finally, the paper moves from the pedagogical reflection to plan an educational intervention in the activity of “Doposcuola”, relying precisely on don Bosco’s practice “parola all’orecchio”.

Il distacco come processo di crescita. Dall'attaccamento mamma - bambino alla scoperta del Nido d'Infanzia

Studente: Francesca Pinel
Titolo tesi: Il distacco come processo di crescita. Dall'attaccamento mamma - bambino alla scoperta del Nido d'Infanzia
Docente relatore: Prof. Emanuele Balduzzi
Docente controrelatore: Prof. Andrea Pozzobon
Presidente commissione di tesi: Prof. Davide Girardi
Data discussione tesi: 15 marzo 2022
Licenza in: Scienze pedagogiche

Con il seguente elaborato si intende indagare se e in quale modo lo stile di attaccamento mamma – bambino vada ad incidere, a livello emotivo, sulla fase del distacco al nido d’infanzia. La scelta del tema deriva dall’interesse suscitato nel vedere come i bambini reagiscano in maniera diversa e singolare di fronte al distacco con la propria madre e volendo trovare una connessione di senso tra la reazione del bambino e il tipo di attaccamento che esso ha con la propria figura materna. Inoltre, di fronte alle reazioni e alle emozioni emerse nel corso di questa fase nei bambini e nelle loro madri, l’elaborato intende anche analizzare in che modo la figura del pedagogista e dell’educatore di riferimento possano intervenire per facilitare il distacco e la gestione delle emozioni dei protagonisti di questo momento. Lo scopo dell’elaborato, quindi, è quello di indagare gli stili di attaccamento proposti dallo psicologo britannico J. Bowlby e la loro influenza nel rapporto tra madre e bambino, di riconoscere quali emozioni emergano nella mamma e nel bambino nella fase del distacco al nido d’infanzia e valutare come la figura educativa possa intervenire nella gestione delle stesse. Questa analisi viene sviluppata tenendo conto del quadro di riferimento storico che riguarda sia l’evoluzione dei nidi infanzia nella storia sia la complessità della maternità, soprattutto nei giorni nostri.

The aim of the following elaboration is to understand if and how the attachment style between mom and child can affect, from an emotional point of view, the detachment phase during the nursery school. The choice of this theme derives from a personal interests aroused by noticing how children react in different and unique ways to the detachment from their mom, trying to find a connection between the kind of reaction on the child and the type of attachment between him and his mom. Starting from the reactions and emotions resulted from the detachment between mom and child, the elaboration wants to analyze how pedagogists and reference figures can act in order to facilitate the detachment and the emotions management between the figures involved. The aim of the elaborate is to investigate the different detachment styles proposed by the English psychologist J.Bowlby and their influence in the mom-child relationship, to recognize which emotions take place in the mom and in the child during the detachment phase at the nursery school and to evaluate how the educational figure can intervene in the management of the emotions. The background of this work is set on the contemporary context which considers the historical evolution of the nursery school both the nowadays complexity of the motherhood.

Come, oggi, le Figlie di Maria Ausiliatrice sono interpellate nella loro vita e missione a vivere e far vivere relazioni significative ed educative

Studente: Caterina Colombo
Titolo tesi: Come, oggi, le Figlie di Maria Ausiliatrice sono interpellate nella loro vita e missione a vivere e far vivere relazioni significative ed educative
Docente relatore: Prof. Andrea Pozzobon
Docente controrelatore: Prof. Emanuele Balduzzi
Presidente commissione di tesi: Prof. Davide Girardi
Data discussione tesi: 15 marzo 2022
Licenza in: Progettazione e gestione degli interventi socioeducativi

Il lavoro di tesi ha come obiettivo principale quello di esplorare come le relazioni di fiducia, fondate sulla solidarietà, sull’attenzione reciproca, siano fondamentali per costruire comunità. La ragione che ha mosso la redattrice a realizzare il testo è il desiderio e la necessità di individuare come il carisma salesiano, inserito nella Chiesa di oggi, e in modo particolare in relazione al magistero di Papa Francesco, possa favorire lo sviluppo di relazioni comunitarie significative che aprano la strada alla creazione di comunità solidali. A partire dal vissuto di chi redige questo testo e dagli studi realizzati, si è sviluppato un percorso formato da quattro parti. Un primo approfondimento bibliografico è stato realizzato facendo riferimento al concetto di comunità; la seconda parte esplora bibliograficamente quella che è la visione di comunità nel magistero di Papa Francesco; una terza parte fa riferimento a quello che è l’aspetto relazionale e il vivere comunitario secondo il carisma salesiano; l’ultima parte, quella conclusiva, presenta come le Figlie di Maria Ausiliatrice sono interpellate oggi, nella loro vita e missione, a vivere e far vivere relazioni significative e generative all’interno della comunità e del territorio di appartenenza.

The main aim of the thesis is to explore how relationships of trust, based on solidarity and mutual attention, are fundamental to build community. The reasons that moved the editor to realize the text are the desire and the need to identify how the Salesian charism, especially in today’s Church and focusing on the magisterium of Pope Francis, encourage the development of meaningful community relations which may pave the way for the creation of communities of solidarity. Starting from her own experience and from the studies carried out, the author structured the project into four parts. The first part consists of a bibliographic study dealing with the concept of community; the second part explores bibliographically the vision of community in the magisterium of Pope Francis; a third part treats the relational aspect and community life according to the Salesian charism; the final part shows how the Daughters of Mary Help of Christians, in their life and mission, live and encourage the development of meaningful and generative relationships within the community and in relation to the home territory.

L’educatore come tutore di resilienza: esperienza di una comunità per minori stranieri non accompagnati (msna) in friuli

Studente: Silvia Trabucco
Titolo tesi: L’educatore come tutore di resilienza: esperienza di una comunità per minori stranieri non accompagnati (msna) in friuli
Docente relatore: Prof.ssa Sonia Marcon
Docente controrelatore: Prof. Andrea Pozzobon
Presidente commissione di tesi: Prof. Davide Girardi
Data discussione tesi: 15 marzo 2022
Licenza in: Progettazione e gestione degli interventi socioeducativi

Il presente lavoro si propone di indagare, senza pretese di natura statistica o di generalizzazione, la relazione intercorrente fra resilienza e minori stranieri non accompagnati (Msna), tratteggiando un quadro delle variabili di contesto intervenienti. Questa ricerca esplorativa parte dall’analisi qualitativa delle auto-narrazioni dei minori di una comunità friulana, nell’intento di portare alla luce le modalità attraverso cui le teorie sulla resilienza trovano risvolto concreto in ciascuno dei loro vissuti. Le interviste proposte sono volte a favorire l’emersione dei fattori di sostegno e protezione, sia personali sia relazionali, che ritengono aver svolto un ruolo chiave nel percorso migratorio. Premettendo che la resilienza è un processo che può essere sviluppato, insegnato ed imparato, adottando in questa tesi l’ottica della ricerca-azione, ci si interrogherà sugli interventi individuali e gruppali specifici che la comunità di accoglienza può mettere in atto per divenire promotrice di resilienza, valorizzando le risorse interne dei minori e attivando quelle esterne dell’ambiente. Il fil rouge è il riconoscimento dell’educatore di comunità quale tutore di resilienza, ovvero colui/colei che abita la tensione verso la creazione di occasioni significative per la crescita dei minori. Verranno quindi indagate le abilità e le competenze che si ritengono di rilievo per la formazione dei professionisti. In conclusione, verrà stilata una proposta di intervento in ottica ecologica, incoraggiando anche occasioni di incontro con il contesto locale e le persone che hanno vissuto il sisma del 1976 e la ricostruzione, nell’intento di favorire lo sviluppo di un senso di appartenenza significativo ai fini del processo inclusivo e rafforzante la resilienza di comunità.

This paper aims to investigate, without any statistical nor generalization claims, the relationship between resilience and Unaccompanied Foreign Minors, outlining a summary of the intervener context variants. This exploratory research originates from the qualitative analysis of minors’ self-narrations of one Carnian center, in order to reveal the ways in which resilience theories find a concrete outcome in each of their pasts. The interviews proposed here are intended to promote the emersion of both personal and relational support and protection factors, which believe to have played a key role in the migratory route. Assuming that resilience is a process that can be developed, taught and learned, adopting the perspective of action research in this thesis, one will wonder on certain individual and group interventions which can be implemented by the host community so as to become promoter of resilience, enhancing minors’ internal resources and activating the environment externals’ ones. The common thread is the acknowledgment of the community educator as a resilience guardian, namely he/she who constantly guides his/her job towards the creation of meaningful occasions for the minors’ growth. Therefore, abilities and skills which are believed to be important for the professionals’ education, will be examined. To conclude, a proposal of intervention from an ecological point of view will be drown up, by also encouraging meetings with the local context, the people who experienced the earthquake in 1976 and the resulting reconstruction, in en effort to support a meaningful sense of community for the purposes of the inclusive project, which strengthen the resilience of the community.

Tra dignità e sopravvivenza. L'esperienza del Progetto Di.Agr.A.M.M.I. per la prevenzione, l'emersione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo di migranti

Studente: Irene Brucato
Titolo tesi: Tra dignità e sopravvivenza. L'esperienza del Progetto Di.Agr.A.M.M.I. per la prevenzione, l'emersione e il contrasto dello sfruttamento lavorativo di migranti
Docente relatore: Prof.ssa Cinzia Bragagnolo
Docente controrelatore: Prof. Andrea Conficoni
Presidente commissione di tesi: Prof.ssa Claudia Andreatta
Data discussione tesi: 15 marzo 2022
Licenza in: Progettazione e gestione degli interventi socioeducativi

Il principale scopo di questo elaborato è quello comprendere e riflettere in maniera critica sulle dinamiche che si instaurano tra concezione teorica dello sfruttamento lavorativo legato alla popolazione migrante, la proposta del Progetto Di.Agr.A.M.M.I., finanziato dal Fondo FAMI, per la prevenzione, l’emersione e il contrasto di questo fenomeno e la realizzazione di tale progettualità e del ruolo del professionista educativo al suo interno, inserito nel territorio delle provincie di Padova e Venezia. Il lavoro si presenta suddiviso in quattro capitoli: il primo tratta il tema dello sfruttamento e del fenomeno migratorio da un punto di vista teorico ponendo l’attenzione su considerazioni legislative e socio-culturali; il secondo descrive il Progetto, la sua nascita, la struttura, le potenzialità, le finalità, gli attori coinvolti; il terzo rappresenta l’esperienza della cooperativa “Il Villaggio Globale”, partner di progetto, nella realizzazione di quest’ultimo sul territorio di riferimento; l’ultimo riflette su un caso tipico incontrato dagli educatori e che mostra come la progettualità viene attivata in base ai bisogni e alla storia di una persona, sottolineando anche i limiti incontrati nel lavoro educativo. 

The main purposes of this essay are to understand and reflect, in a critical way, on the dynamics established between the theory on labor exploitation related to migrant population, the proposal of Di.Agr.A.M.M.I. Project, financed by FAMI Found, to prevent, recognize and combat this phenomenon and the implementation of this planning and the professional role of the educator inside it and the area of Padua and Venice hosting it. This paper has been divided into four chapters: the first one tries to outline the theme of the exploitation and the migration from a theoretical point of view and it brings attention to legal and socio-cultural considerations; the second one describes the project, its birth, its structure, its potential, its objective, the stakeholders involved; the third chapter represents the experience of the co-operative “Il Villaggio Globale”, one of the project’s partners, for the implementation of the projects itself; the last one wants to reflect on a typical case management that the educators had observed during their work and it shows how the planning was made based on the person needs and history, focusing also on the limits of the educational work. 

 

La coprogettazione nei servizi antitratta. Coprogettazione come valore aggiunto nei sistemi di welfare generativi

Studente: Giacomo Pesce
Titolo tesi: La coprogettazione nei servizi antitratta. Coprogettazione come valore aggiunto nei sistemi di welfare generativi
Docente relatore: Prof.ssa Cinzia Bragagnolo
Docente controrelatore: Prof. Andrea Conficoni
Presidente commissione di tesi: Prof.ssa Claudia Andreatta
Data discussione tesi: 15 marzo 2022
Licenza in: Progettazione e gestione degli interventi socioeducativi

Questo lavoro intende mettere in luce l’importanza della coprogettazione tra le Pubbliche Amministrazioni e gli Enti del Terzo settore nel processo di strutturazione e definizione degli interventi socio-educativi. Si è deciso di pragmatizzare tale analisi contestualizzandola all’interno dei servizi contro la tratta degli esseri umani poiché i beneficiari a cui si rivolgono appartengono ad una «categoria» di persone particolarmente vulnerabile che richiede, per la presa in carico e la configurazione delle attività, una visione olistica, personalistica, dialogica e multidisciplinare superando così i limiti derivanti dalle strutture centralizzate, delegative e improntate unicamente sull’economicità dei progetti correlati. Questo secondo approccio organizzativo è ad oggi molto diffuso e rischia di compromettere l’efficacia degli interventi giacché deresponsabilizza e relega gli Enti del Terzo settore a meri esecutori ed erogatori di servizi ideati da altri, limitando la loro naturale spontaneità e autonomia per il lavoro sociale. Nel percorso proposto verrà analizzato il fenomeno della tratta di esseri umani da un punto di vista strutturale e legislativo, i servizi che vengono attivati per contrastare tale sistema criminale - nonché proteggere e assistere le vittime -, la coprogettazione contrapponendola con il sistema delle gare d’appalto in virtù della loro funzione giuridica di regolamentazione e, per finire, il mandato della pedagogia nel rinvigorire la società ricorrendo a tutti quegli archetipi che caratterizzano la società umana e senza del quale rischierebbe di sgretolarsi. Ai fini della ricerca verrà vagliato un esempio manifesto di coprogettazione in capo alla Regione Veneto mediante un’analisi sia bibliografica e sia sperimentale per comprendere al meglio le dinamiche, il modo con cui si applica tale impianto giuridico e se sostiene effettivamente la costruzione di interventi più aderenti alle necessità dei beneficiari.

This paper intends to highlight the importance of co-planning between Public Administrations and Third Sector Organizations in the process of structuring and defining socio-educational interventions. The aim of this study is to demonstrate more practical techniques that can be applied by the services against trafficking in human beings since the beneficiaries to whom they are addressed belong to a particularly vulnerable "category" of people who require, in order to take charge and configure the activities, a holistic, personalistic, dialogic and multidisciplinary vision thus overcoming the limits deriving from centralized, delegative structures based solely on the cost-effectiveness of related projects. This second organizational approach is very widespread today and risks compromising the effectiveness of the interventions as it de-responsibility and relegates the Third Sector Organizations to mere executors and providers of services designed by others, limiting their natural spontaneity and autonomy for social work. The proposed process will analyze the phenomenon of human trafficking from a structural and legislative point of view, the services that are activated to counter this criminal system - as well as protect and assist the victims -, the co-planning by contrasting it with the tender system. contract by virtue of their legal regulatory function and, finally, the mandate of pedagogy to reinvigorate society by resorting to all those archetypes that characterize human society and without which it would risk crumbling. For the purposes of the research, a manifest example of co-planning by the Veneto Region will be proposed through both a bibliographic and an experimental analysis to better understand the dynamics, the way in which this legal system is applied and whether it actually supports the construction of more interventions adhering to the needs of the beneficiaries

I cinque sensi dell'Empowerment: Riflessione sulla progettazione dei minori stranieri non accompagnati

Studente: Caterina Ferrarese
Titolo tesi: I cinque sensi dell'Empowerment: Riflessione sulla progettazione dei minori stranieri non accompagnati
Docente relatore: Prof. Andrea Conficoni
Docente controrelatore: Prof.ssa Cinzia Bragagnolo
Presidente commissione di tesi: Prof.ssa Claudia Andreatta
Data discussione tesi: 15 marzo 2022
Licenza in: Progettazione e gestione degli interventi socioeducativi

La tesi si orienterà su un tema, tanto complesso da comprendere quanto sperimentato da qualsiasi persona, quello del cambiamento. il cambiamento puo giungere in ogni momento e fase della vita di ciascuno, in particolare qui verrà preso jn considerazione il cambiamento in ambito educativo, trattato dal alcuni autori come Demetrio e Lewin. Il cambiamento può dirigersi verso differenti obiettivi: fra questi verrà preso con interesse il lavoro di Zimmerman sull'Empowerment. Il cambiamento orientato all'empowerment verrà inserito in un contesto diverso da quello scolastico, a cui si è abituati associare, bensì verrà trattato all'interno della riflessione sulla progettazione di percorsi di vita per i minori migranti non accompagnati in Italia. Gli obiettivi quali il raggiungimento della consapevolezza di sé, l'autonomia riportano al centro d'interesse il minore. Viene pensato e costruito il progetto per il minore tramite l'utilizzo dell'immagine dei cinque sensi. In ambito scientifico i cinque sensi sono gli strumenti per l'individuo per relazionarsi con il mondo esterno; allo stesso modo l'immagine dei sensi aiuta l'educatore ad interessarsi ad ogni aspetto del minore indispensabile per il medesimo ad avere gli strumenti e il potere per relazionarsi con la nuova cultura del Paese ospitante. Progettando un percorso in prospettiva di empowerment per il minore permetterà un'integrazione interculturale.

The thesis will focus on the theme of change which, for any human being, is as complex to understand as it to experience. Change can come at any time and stage of one's life, and here we will consider change in the field of education, as addressed by authors such as Demetrius and Lewin. Change can be directed towards different goals: among these, Zimmerman's work on empowerment will be taken into consideration. The notion of change that leads to empowerment will be placed in a different context than that of education and academics, which we are used to associating it with. The subject of empowerment brought by change will be viewed within the debate on the design of life paths for unaccompanied migrant minors in Italy. Objectives such as the achievement of self-awareness and independence bring the minor back to the center of interest. The project for the minor is conceived and constructed using the image of the five senses. In the scientific field, the five senses are the tools with which the individual can relate to the outside world; in the same way, the image of the senses helps the community educator to take an interest in every aspect of the child’s life that is essential for him to have the tools and the power to relate to the new culture of the host country. Designing a path that takes into account the perspective of empowerment for the minor will allow his/her intercultural integration.

La vita buona in paul ricoeur e il metodo della revisione di vita

Studente: Francesca Moro
Titolo tesi: La vita buona in paul ricoeur e il metodo della revisione di vita
Docente relatore: Prof. Lorenzo Biagi
Docente controrelatore: Prof.ssa Margherita Cestaro
Presidente commissione di tesi: Prof. Enrico Miatto
Data discussione tesi: 14 marzo 2022
Licenza in: Scienze pedagogiche

Il presente lavoro pone le proprie basi sull’emergenza educativa che dilaga nella società odierna, caratterizzata da conflitti tali da impedire, talvolta, una convivenza umana e sociale virtuosa, capace di solidarietà, inclusiva e sostenibile. Attraverso lo studio di un caso, fondato sull’analisi della letteratura, l’obiettivo è quello di indagare la valenza educativa del metodo della Revisione di Vita, ideato dal movimento della Gioventù Operaia Cristiana e tentare di fornire alcune linee guida per lo sviluppo di uno strumento educativo e formativo di cooperazione e discernimento – inteso nella forma filosofica della saggezza pratica – utile alla realizzazione di un progetto etico-civile, basato su paradigmi antropologici e in ambiti specifici come la formazione socio-politica, ambientale e le nuove economie civili. Il percorso delineato si fonda sul pensiero filosofico di Paul Ricoeur (1913-2005) e sulle riflessioni del professor Lorenzo Biagi, per adottare uno sguardo profondo nella lettura della realtà attuale, facendo emergere alcune urgenze di cui farsi carico per il bene di tutti. Il presente lavoro di tesi è caratterizzato da una specifica valenza educativa, a partire dal concetto di vita buona e di progetto etico in Ricoeur, fino al metodo della Revisione di Vita. Infatti, i momenti della Revisione di Vita – Vedere, Valutare, Agire e la conseguente verifica – rispondono appieno alla visione etico-progettuale descritta da Ricoeur e cercano di colmare il vuoto educativo e formativo per ritrovare le ragioni del vivere bene insieme. Il fine è quello di dare un fondamento di reciprocità, responsabilità, riconoscimento al proprio agire sociale individuale e comunitario e, partendo da fatti concreti, proporre un percorso che possa dire il valore della partecipazione nelle relazioni sociali, nella stima di se stessi e delle altre persone e nella cura del territorio. La presente tesi, quindi, vuole contribuire a porre le fondamenta etiche e antropologiche ad uno strumento educativo e formativo volto al discernimento, nelle vesti della saggezza pratica, che ricerca il bene comune mediante un dialogo condiviso che conduce verso un agire etico inteso come processo continuo.

This work is based on the educational emergency that is spreading in the current society, characterized by conflicts that do not allow, sometimes, that human and social livingtogether to be virtuous, capable of solidarity, inclusive and sustainable. Through a study-case, founded on literature analysis, the purpose is to investigate the educational value of the method of “Life Review”, ideated by “Gioventù Operaia Cristiana”, attempting at forming a set of guidelines to develop an educational and formative tool for cooperation and discerning/choice – in the philosophical form of practical wisdom – useful for the realization of an ethical-civil project, based on anthropological paradigms and in specific areas such as socio-political, environmental and new civil economies training. The path outlined is based on the philosophical thought of Paul Ricoeur (1913 – 2005) and on reflections of Professor Lorenzo Biagi, to adopt a deep look in the reading of current reality, bringing out some urgencies to take care of for the good of all people. The present paper is characterized by a specific educational value, starting from the good life concept and the ethical project in Ricoeur up to the “Life Review” method. Indeed, the moments of the “Life Review”- See, Judge, Act and the consequent verification – fully respond to the ethical-design vision described by Ricoeur and try to fill the educational and formative gap to find the reasons for living well together. The aim is to give a foundation of reciprocity, responsibility, recognition of individual and social actions and, starting from concrete facts, propose a path that can say the value of participation in social relations, in the esteem of ourselves and other people and in the care of the territory. The present thesis, therefore, helps to draw the ethical and anthropological foundations to an educational and formative tool aimed at discernment, in the guise of practical wisdom, which seeks the common good through a shared dialog which leads to ethical actions as a continuous process.