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Arti figurative e promozione dell’empowerment individuale. Tracce di un percorso museale possibile

Studente: Francesca Borso
Titolo tesi: Arti figurative e promozione dell’empowerment individuale. Tracce di un percorso museale possibile
Docente relatore: Prof. Enrico Miatto
Docente controrelatore: Prof. Alberto Baccichetto
Presidente commissione di tesi: Prof. Marco Emilio
Data discussione tesi: 16 marzo 2022
Baccalaureato in: Scienze dell'educazione - Educatore sociale

Si possono rintracciare in un percorso di educazione estetica i fondamenti propri di una progettazione educativa afferente allo specifico ambito delle Scienze dell’educazione? E in caso affermativo quali? La motivazione della presente ricerca è scaturita dal desiderio di cercare il possibile terreno comune sul quale si possano incontrare saperi e pratiche propri di due ambiti disciplinari che la visione analitica di Bloom ha categorizzato separatamente: da una parte gli apprendimenti cognitivi, fra i quali trovano posto le scienze e dall’altra quella affettiva, alla quale vengono tipicamente assegnate le arti. Arte e scienza appaiono così una dicotomia irrisolvibile. In particolare, nella seguente trattazione sarà analizzato il rapporto fra Scienze dell’educazione ed Arti figurative. Nel panorama italiano, ed in particolare nel sistema educativo formale in quanto ambito cruciale per la crescita identitaria del cittadino, infatti, posteriormente all’adozione della tassonomia dell’apprendimento di Bloom, si è consolidata una categorizzazione che oppone, in forma binaria, le aree cognitiva e non-cognitiva stabilendo una tacita gerarchia secondo la quale le discipline e le attività non-cognitive si trovano in una condizione ancillare rispetto a quelle cognitive. Il tentativo di questa ricerca è quello di evidenziare come l’educazione estetica e la pratica artistica, tipicamente situate nell’area affettiva e considerate, alla luce del paradigma scientifico-razionale-economico saperi opzionali, possano essere decisive nel condurre l’individuo a sviluppare apprendimenti e competenze utili a promuovere una sintesi dei saperi che permetta di ricollegare le conoscenze acquisite secondo una più o meno rigida categorizzazione, riabilitando e valorizzando nel contempo l’esperienza e la percezione individuale per tornare a ricostituire quell’idea di uomo complesso, polimorfo e in divenire che Antropologia, Pedagogia ed Etica descrivono. I percorsi presi in esame si configurano come processi di empowerment che si realizzano attraverso le esperienze che si possono vivere nell’ambiente educativo informale del museo e che prevedono sia il confronto con l’arte che una pratica laboratoriale di tipo inclusivo.

Can the true foundations of an educational planning related to the specific field of Educational Sciences be traced in an aesthetic education path? And if so, which ones? This research is the result of the desire to seek the possible common ground on which knowledge and practices of two disciplinary fields can be encountered, that Bloom's analytical vision has categorized separately: on the one hand, cognitive learning, among which the sciences are found, and on the other the emotive one, to which the arts are typically assigned. The arts and sciences thus appear to be an unsolvable dichotomy. In particular, the following discussion will analyze the relationship between educational sciences and figurative arts. In the Italian panorama, specifically in the formal education system as the crucial area for the identity growth of the citizen, in fact, after the adoption of Bloom's taxonomy of learning, a categorization has been consolidated. Which categorization opposes, in binary form, the cognitive and non-cognitive areas by establishing a tacit hierarchy according to which non-cognitive disciplines and activities are auxiliary to the cognitive ones. The aim of this research is to highlight how aesthetic education and artistic practice, both typically located in the affective area and considered as “optional knowledge” in the light of the scientific-rational-economic paradigm, can be decisive in leading the individual to develop knowledge and skills useful for promoting a synthesis of sapience; this, in turn, allows the acquired knowledge to be reconnected to each other according to a more or less rigid categorization. At the same time these skills allow the rehabilitation and enhancement of one’s individual experience and perception restore the idea of a complex, polymorphic and evolving man that Anthropology, Pedagogy and Ethics describe. The examined paths present themselves as empowerment processes which include both a confrontation with art and an inclusive workshop practice; such processes are achieved through experiences that can be lived in museums' informal educational environment.

Identità Inclusione Teatro: connessioni e possibilità

Studente: Anna Colladel
Titolo tesi: Identità Inclusione Teatro: connessioni e possibilità
Docente relatore: Prof.ssa Lucia Ferraro
Docente controrelatore: Prof.ssa Laura Elia
Presidente commissione di tesi: Prof. Enrico Miatto
Data discussione tesi: 14 marzo 2022
Baccalaureato in: Scienze dell'educazione - Educatore sociale

Sentirsi liberi di essere se stessi, riscoprire i propri talenti, prendere consapevolezza della propria identità, non aver paura di raccontarsi: tutto questo oggi giorno è sempre più difficile, soprattutto se sì è un ragazzo con un bisogno educativo speciale frequentante la scuola secondaria di primo grado. Anche il semplice andare a scuola può risultare un’azione molto complicata, in particolar modo se la propria difficoltà viene percepita dagli altri come un limite. L’educatore che si interfaccia con questi ragazzi svolge il compito di accompagnarli al cambiamento, aiutandoli a vivere meglio le relazioni ed a prendere consapevolezza della propria identità. Il suo agire si rivolge a tutto il gruppo classe diretto a costruire relazioni autentiche. Tra gli strumenti a cui l’educatore può attingere, vi è il linguaggio teatrale: all’interno di un laboratorio teatrale i ragazzi trovano le condizioni per lavorare sulla costruzione del sé al riparo da giudizi e voti. Obiettivo di questa tesi è esplicitare la funzione del teatro nei bisogni inclusivi manifestati nell’esperienza scolastica. Grazie al linguaggio teatrale, sperimentando l’utilizzo del corpo e della voce, è possibile contribuire alla creazione di un ambiente inclusivo in cui ogni diversità diventa una ricchezza, accompagnando i ragazzi a diventare uomini e donne capaci di riconoscere a loro volta un essere diverso da sé ma con pari dignità nel prossimo.

Feeling free to be ourselves, rediscovering our talents, becoming aware of our own identity, don’t be afraid to tell ourselves: all this nowadays is more and more difficult, mostly if you are a youngster with special educational needs attending to upper secondary school. Even simply going to school can be a very complex action, particularly if you see your own difficulty as a limit. The educator, who interfaces with these youngsters, carries out the task to go with them to the change, helping them to live better their relations and becoming aware of their own identity. His action applies to all the classmates building authentic relations. In order to do this the educator can rely on the theatrical language, with a workshop where the youngsters can feel safe and be themselves, without the fear of making mistakes and without being subordinate to the logic of the vote. Aim of this work is to rediscover the theatre workshop as a neutral space where, thanks to the help of the educator, the youngsters can improve their relations and their outlook on the world, becoming aware of themselves and the others. Thanks to the theatrical languages, putting themselves on the test through their body and their voice, it is possible to create an inclusive environment where every diversity becomes riches, accompanying the youngsters to become men and women able to recognize in turn a human being different from themselves with equal dignity

Interculturalità al nido: un percorso di accompagnamento alla diversità attraverso la lettura animata e il teatro

Studente: Desirèe Camiggio
Titolo tesi: Interculturalità al nido: un percorso di accompagnamento alla diversità attraverso la lettura animata e il teatro
Docente relatore: Prof.ssa Laura Elia
Docente controrelatore: Prof.ssa Viviana Schiavon
Presidente commissione di tesi: Prof. Enrico Miatto
Data discussione tesi: 14 marzo 2022
Baccalaureato in: Scienze dell'educazione - Educatore della prima infanzia

Le strutture educative per la prima infanzia, in Italia, sono attraversate da un fenomeno sempre più in espansione: la presenza di svariate culture e provenienze, dovute alle migrazioni avvenute in passato e ancora oggi in atto. L’educatore di oggi si ritrova a gestire famiglie appartenenti da ogni dove, e ad affrontare pregiudizi e diversità nell’educazione dei bambini. Per fare in modo che questa varietà di differenze diventi una risorsa piuttosto che un ostacolo, è importante ripartire dall’educazione interculturale anche nelle strutture della primissima infanzia. L’obiettivo di questo studio è quello di proporre un percorso di accompagnamento all’interculturalità a partire dalla fascia di età 24-36 mesi, attraverso l’uso della lettura animata e del teatro. A tal proposito, si è partiti dalla valutazione dei dati di riferimento circa la presenza di stranieri in Italia: i risultati denotano una forte presenza di culture diverse, che hanno portato ad affermare la forte necessità di un accompagnamento all’educazione interculturale fin dalla primissima infanzia. Gli esiti indicano, infatti, l’esigenza di trasmettere competenze interculturali fin dalla fascia di età 24-36 mesi: si tratta di bambini nati in un contesto multiculturale, che hanno bisogno di essere educati all’apertura e al rispetto dell’altro. A tal fine, si è ritenuto opportuno basare l’intervento sull’educazione interculturale al nido a partire da due strumenti educativi fondamentali in questo contesto: il teatro e la lettura animata. Una storia, e la sua animazione teatrale, può essere raccontata in mille modi, vissuta e condivisa da tutti; essa è in grado di portare ai bimbi, e non solo, un messaggio importante di amore e speranza, utile perché ci si predisponga, culturalmente, all’accoglienza della diversità, intesa come ricchezza e non come ostacolo nelle relazioni interpersonali.

Educational structures for early childhood, in Italy, are experiencing an ever-expanding phenomenon: the presence of different cultures and backgrounds due to migration that took place in the past and are still in progress today. Today's educator finds himself managing families from all over the world, and facing prejudice and diversity in the education of children. In order to make this variety of differences a resource rather than an obstacle, it is important to start with intercultural education in early childhood education. The goal of this study is to propose a path to accompany interculturality starting from the 24–36-month age group, using animated reading and theatre. To this end, we started by evaluating the reference data on the presence of foreigners in Italy: the results show a strong presence of different cultures, which led to the affirmation of the strong need to accompany intercultural education from early childhood. The results indicate, in fact, the need to transmit intercultural skills from the age of 24-36 months: these are children born in a multicultural context, who need to be educated to openness and respect for others. To this end, it was considered appropriate to base the intervention on intercultural education at the nursery school on two fundamental elements in this context: theatre and animated reading. A story can be told in a thousand ways, lived and shared by everyone to be able to bring to children, and not only, an important message of love and hope; to convey, therefore, the transmission of intercultural skills through the animation of stories, the use of theater and targeted laboratory activities.

Il corpo negato nelle pratiche educative in tempo di pandemia. Riflessioni sulla sindrome dello spettro autistico attraverso l’esperienza di tirocinio e studio di un caso presso l’associazione la nostra famiglia (tv)

Studente: Rossella Casella
Titolo tesi: Il corpo negato nelle pratiche educative in tempo di pandemia. Riflessioni sulla sindrome dello spettro autistico attraverso l’esperienza di tirocinio e studio di un caso presso l’associazione la nostra famiglia (tv)
Docente relatore: Prof.ssa Viviana Schiavon
Docente controrelatore: Prof.ssa Laura Elia
Presidente commissione di tesi: Prof. Enrico Miatto
Data discussione tesi: 14 marzo 2022
Baccalaureato in: Scienze dell'educazione - Educatore sociale

Il progetto di tesi ha l’obbiettivo di indagare la realtà corporea e le sue unità fondamentali attraverso i contributi antropologici della fenomenologia, fondamento della riflessione educativa. Chiarisce il rapporto, da sempre contraddittorio, tra l’essere e l’avere un corpo grazie al concetto di corporeità e intende contribuire a ribadire l’esigenza di tornare alla centralità del corpo nella relazione educativa, sia per l’educatore quanto per l’educando. In particolare riflette la realtà del corpo nel contesto pandemico evidenziando quali sono state le ripercussioni nelle relazioni di cura. In conclusione viene presentata l’esperienza di tirocinio e lo studio di un caso per approfondire il rapporto tra la sindrome dello spettro autismo e la sensorialità come fonte per l’apertura alla vita.

The thesis project aims to investigate the reality of the body and its fundamental units through the anthropological contributions of phenomenology, which represent the foundation of educational thought. It clarifies the relationship, which has always been contradictory, between being and having a body thanks to the concept of corporeity. It intends to reaffirm the need to return to the centrality of the body in the educational relationship, both for the educator and for the educating. In particular it reflects the reality of the body in the pandemic context by highlighting the repercussions in the care relationships. In conclusion, the internship experience and the study of a case have the intention of investigating the relationship between autism spectrum syndrome and sensoriality as a source for the opening to life.

Educare un adulto all'assertività. Una sfida pedagogica per uno stile di vita non violento

Studente: Eleonora Gallo
Titolo tesi: Educare un adulto all'assertività. Una sfida pedagogica per uno stile di vita non violento
Docente relatore: Prof. Emanuele Balduzzi
Docente controrelatore: Prof.ssa Laura Elia
Presidente commissione di tesi: Prof.ssa Lucia Ferraro
Data discussione tesi: 14 gennaio 2022
Baccalaureato in: Scienze dell'educazione - Educatore sociale

L’obiettivo di questo progetto di tesi è comprendere se sia possibile accompagnare un adulto, che viva secondo uno stile di vita aggressivo, ad abbracciare un modo di stare al mondo rivolto all’assertività. Questo progetto risulta essere complesso e difficile da applicare, in quanto un adulto, a differenza di un bambino, ha già appreso e consolidato nel corso della sua esistenza uno specifico modo di rapportarsi con gli altri, interiorizzando dei valori che lo accompagnano in maniera solida e decisa. 
All’interno del presente elaborato, verranno esaminati gli aspetti tipici dello stile di vita aggressivo e assertivo, mettendoli in comparazione tra loro e capendo quali disagi o benefici apportino questi due modi di stare al mondo. Dopodiché, si cercherà di capire come favorire il cambiamento trasformativo all’interno della personalità del soggetto, che prevede l’abbandono di determinati principi e comportamenti violenti per cogliere il valore e l’importanza di relazionarsi con gli altri in modo rispettoso e accogliente. 

The goal of this thesis project is understanding whether or not it is possible to guide an adult, who has an aggressive lifestyle, to embrace a way of living aimed at assertiveness. This project is complex and very difficult to apply, because an adult, differently from a child, has already learned and consolidated during his life a specific way of relating to others, internalizing some values that accompany him in a solid and decided way. Within this analysis, the representative features of the aggressive and assertive lifestyle will be examined by comparing them and understanding what inconvenience or benefits these two particular ways of behaving bring. After that, we will try to understand how to encourage transformative changes in the personality of the individual, which involves the abandonment of certain principles and violent behaviors in order to welcome the importance of relating to others in a respectful and welcoming way.

Mascolinità tossica e stereotipi di genere al maschile: un’emergenza educativa

Studente: Sara Spadetto
Titolo tesi: Mascolinità tossica e stereotipi di genere al maschile: un’emergenza educativa
Docente relatore: Prof. Andrea Pozzobon
Docente controrelatore: Prof. Moreno Blascovich
Presidente commissione di tesi: Prof.ssa Lucia Ferraro
Data discussione tesi: 14 gennaio 2022
Baccalaureato in: Scienze dell'educazione - Educatore sociale

Il Novecento ha reso il femminile protagonista di una vera e propria rivoluzione, fatta di conquiste sociali e studi accademici. Sulle donne, sul loro ruolo, sulla discriminazione e il sessismo che subiscono c'è un'ampia letteratura e un'attenzione sempre maggiore. La denuncia verso un modello di società occidentale di stampo patriarcale è sempre stata perpetrata dalle donne, in quanto maggiormente vittime di discriminazione da parte di un potere machista. Il maschile invece sembrerebbe rimasto immutato e immobile, forse un po' oscurato dalla lotta femminista. Tuttavia, anche il maschile è vittima di stereotipi e modelli tossici, ancora più pericolosi perché meno denunciati e studiati rispetto a quelli rivolti al femminile. Anche essere detentori di un potere non richiesto può portare a delle limitazioni dai risvolti pericolosi, sia per gli uomini in sé sia per il loro rapporto con il femminile e con il mondo. Sono infatti questi stessi modelli tossici che alimentano misoginia e violenza di genere, questione che appare sempre più urgente e problematica. L’obiettivo di questo elaborato è innanzitutto quello di esporre tali problematiche di genere e analizzarle, cercando poi di ipotizzare un’educazione al maschile in cui sia possibile cambiare una certa idea tossica della mascolinità, incentrata solamente sulla forza e il potere.

Women in the 20th century made a revolution, with proper social achievements and accademic studies. The literature about the feminine, women, their role, the discrimination and the sexism is wide and it's growing over time. Since the majority of the people affected of discrimination by the hands of the western patriarchal system are women, they are also the only gender that has reporting the abuse of such system. On the other hand, the masculine seem to be stucked, immovable and immutable, probably obscured by the feminism movement. However, the masculine is affected by toxic models and stereotypes too, even more dangerous with respect to the feminine ones, because less reported and studied. Having a not requested power can lead to restrictions with dangerous implications, for both men and their relationship with the world. These toxic models feed misogyny and violence, which are urgent problems to deal with. The objective of this thesis is to first expose these problems and analyze them, and then to suggest a different masculine education, excluding the toxic masculinity, which power focused only.

La famiglia come sfida e risorsa nella società odierna alla luce della pedagogia familiare

Studente: Giovanna Pili
Titolo tesi: La famiglia come sfida e risorsa nella società odierna alla luce della pedagogia familiare
Docente relatore: Prof. Andrea Pozzobon
Docente controrelatore: Prof. Moreno Blascovich
Presidente commissione di tesi: Prof.ssa Lucia Ferraro
Data discussione tesi: 14 gennaio 2022
Baccalaureato in: Scienze dell'educazione - Educatore sociale

Il seguente lavoro di ricerca ha come scopo principale evidenziare come la famiglia, nel passato ma soprattutto nel contesto odierno, sia stata e sia una risorsa da valorizzare e su cui investire. Durante questo percorso, si approfondiranno alcune dimensioni ritenute fondamentali per poter parlare di famiglia. Le stesse dimensioni verranno poi esaminate ulteriormente nell’ul-timo capitolo, nel quale per ciascuna di esse si cercherà di definire punti di forza e criticità alla luce del lavoro svolto presso il centro d’ascolto diocesano di Treviso durante il lock-down. Infine verrà illustrato un caso studio al fine di porre l’attenzione sull’importanza del lavoro educativo e di rete.

The main purpose of the following research work is to highlight how family has been a resource to be valued and invested in, both in the past and in today’s context. During this process, factors considered fundamental to be able to talk about family will be explored. The same factors will then be examined further in the last chapter, in which for each of them we will try to define strengths and weaknesses in the light of the work carried out at the Treviso diocesan listening center during lockdown. Finally, a case study will be illustrated in order to focus on the importance of networking and educational work.

Interrogare il soggetto là dove è e non dove appare

Studente: Virginia Monti
Titolo tesi: Interrogare il soggetto là dove è e non dove appare
Docente relatore: Prof. Moreno Blascovich
Docente controrelatore: Prof. Andrea Pozzobon
Presidente commissione di tesi: Prof.ssa Lucia Ferraro
Data discussione tesi: 14 gennaio 2022
Baccalaureato in: Scienze dell'educazione - Educatore sociale

Il percorso di ricerca svolto si propone di trattare il forte legame tra due universi epistemologici in apparenza differenti tra loro, ma, contrariamente alle aspettative, molto legati: l’universo psicoanalitico e quello pedagogico. Per sottolineare l’unione di tali paradigmi vengono presi in esame due concetti chiave della psicoanalisi: la delicata dimensione del transfert e del desiderio. La prima parte del lavoro di ricerca verte sul delineare in maniera generale questi macro-concetti. Tali dimensioni successivamente vengono prese in esame alla luce delle professioni dell’analista e dell’educatore, con l’intento di dimostrare come queste abbiano in comune le stesse intenzioni, anche se nella pratica il modo di approcciarsi ai soggetti differisce. Questo confronto non avrà solo lo scopo di mettere in relazione tali competenze approfondendone differenze e analogie, ma anche quello di evidenziare la portata eminentemente etica del transfert e del desiderio, portata che l’analista e l’educatore devono essere in grado di sostenere, affrontando non solo la mancanza “dell'altro", ma prima di tutto la propria. L’intenzione inoltre è quella di riflettere su determinati concetti psicoanalitici per sottolineare la presenza di essi anche nell’educazione e ribadire l’importanza di una formazione psicoanalitica per sostenere il sapere dell’educatore e per supportarlo nella relazione con l’altro. Dopo diversi ragionamenti giungeremo, al termine della nostra ricerca, alla dimostrazione di un obiettivo comune, nonostante le differenze professionali. Questo percorso pedagogico-psicoanalitico ha sempre a che fare con “l’altro”, il soggetto, senza il quale non può esserci psicoanalisi né educazione e soprattutto, non ci potrà mai essere desiderio.

The purpose of this paper is to better understand the strong relationship between two epistemological universes that are apparently different from each other, but, contrary to expectations, very closely related: the psychoanalytic and the pedagogical universe. To underline the union of these paradigms, two key concepts of psychoanalysis are examined: the delicate dimension of transference and desire. The first part of the research work focuses on delineating these macro-concepts in a general way. These dimensions are subsequently examined in the light of the analyst and educator professions, with the aim of demonstrating how these professions have the same intentions in common, even if in practice, the way of approaching the other differs. This comparison will not only have the purpose of putting these professions in parallel, deepening their differences and similarities, but of highlighting the eminently ethical scope of transference and desire, a scope that the analyst and the educator must be able to support, addressing not only the lack of the other, but first of all one's own. The intention is also to reflect on certain psychoanalytic concepts to emphasize their presence also in education and to reiterate the importance of psychoanalytic training to support the educator's knowledge and to support him in the relationship with the other. After several reasoning, we will come to the end of our research, the aim of which will be to demonstrate the goal of both professions, a common goal despite professional differences. This pedagogical-psychoanalytic path always has to do with the other, the subject, without psychoanalysis and education and, above all, there can never be desire.

Organizzazioni del Terzo settore e "soffitto di cristallo": un approfondimento qualitativo su alcune cooperative sociali

Studente: Simone Cumin
Titolo tesi: Organizzazioni del Terzo settore e "soffitto di cristallo": un approfondimento qualitativo su alcune cooperative sociali
Docente relatore: Prof. Davide Girardi
Docente controrelatore: Prof.ssa Claudia Andreatta
Presidente commissione di tesi: Prof. Enrico Miatto
Data discussione tesi: 13 gennaio 2022
Baccalaureato in: Scienze dell'educazione - Educatore sociale

Il mondo della cooperazione sociale è stato storicamente interpretato come luogo elettivo dell’impiego femminile. La seguente ricerca tenta di comprendere se nel mondo della cooperazione sociale sia presente lo stesso tipo di “ostacolo” che ancora oggi è largamente presente nel più ampio sistema d’impiego. La presente ricerca non riguarderà la rilevazione quantitativa di casi in cui si manifesta una differenza di genere nel mondo del lavoro; il focus della ricerca, infatti, consisterà in un approfondimento qualitativo utile a fornire un contributo conoscitivo rispetto al modo in cui la “cultura organizzativa” di alcune cooperative sociali permette e incentiva o al contrario non permette e disincentiva differenze di status (nel mondo del lavoro) fondate su stereotipi di genere.

The world of social cooperation has historically been interpreted as a place of choice for female employment. The following research attempts to understand whether the same type of “obstacle” is present in the world of social cooperation that is still widely present in the wider employment system today. This research will not deal with the number of cases in which a gender difference occurs in the world of work; the focus of the research, in fact, will consist in a qualitative study useful to provide a cognitive contribution with respect to the way in which the "organizational culture" of some social cooperatives allows and encourages or on the contrary does not allow and discourages differences in status (in the world of work ) based on gender stereotypes.

Verso una pedagogia della mitezza. Analisi della mitezza e delle sue potenzialità in ambito educativo

Studente: Elena Sfoggia
Titolo tesi: Verso una pedagogia della mitezza. Analisi della mitezza e delle sue potenzialità in ambito educativo
Docente relatore: Prof. Lorenzo Biagi
Docente controrelatore: Prof. Andrea Conficoni
Presidente commissione di tesi: Prof. Marco Emilio
Data discussione tesi: 12 gennaio 2022
Baccalaureato in: Scienze dell'educazione - Educatore sociale

È ormai innegabile che la competitività e la ricerca del successo individuale abbiano intaccato ogni ambito della vita personale e sociale, andando a colpire in modo particolare le dimensioni di cura e attenzione nei confronti dell’altro. Ci si trova di fronte ad una situazione di crisi sociale, culturale ed educativa. Ai professionisti dell’educazione è richiesto un ripensamento dell’agire sulla terra che permetta di operare in maniera nuova e rivoluzionaria. Questa modalità va proposta ed incentivata anche in coloro a cui l’educatore si affianca nell’ambito del proprio lavoro. La soluzione proposta da questa ricerca è quella della mitezza, disposizione umana che avanza l’idea di una esistenza virtuosa, volta alla costruzione di una realtà più attenta e inclusiva, cioè capace di creare uno spazio di possibilità per tutti. Tale disposizione, non innata ma educabile, si presenta in tutta la sua potenza sia nella sfera personale, permettendo di compiere scelte etiche, libere e orientate al bene per sé, sia nella dimensione sociale, collocando tali scelte virtuose all’interno di un orizzonte comunitario ed umano. Perché questo cambiamento sia possibile è necessario che gli obiettivi della mitezza siano sposati dagli educatori e da coloro che operano in tale ambito. Dal punto di vista pedagogico, la mitezza offre una possibilità nuova per sostenere e migliorare l’operato dei professionisti poiché mette in luce l’esigenza di relazionarsi con l’altro. Riconoscere la propria finitezza e la necessità di farsi supportare nel proprio agire consente di mettere da parte egocentrismi e manie d’onnipotenza che minano il senso profondo dell’operato educativo.

At this momento in time, it is undeniable that the competitiviness and extreme research of personal success affect every aspect of life, both on a personal and social level, targeting especially the willingness to take care and to show attention towards others. We are facing a social, cultural and educational crisis. As professionals we need to rethink the way we behave in our environment, aiming to make a revolutionary change. This new way should be shared and promoted to everyone we work with. The solution this research wants to offer is meekness, a human disposition that promotes an idea of virtuous existence with the aim of devising a world more inclusive and careful, and therefore capable of giving everyone the possibility to express themselves and make a difference. This disposition, not innate but trained, shows its powerful possibilities both in the personal sphere, allowing to make ethical, indipendent choices aimed toward the good, and in the interpersonal sphere, placing these virtuous choices in a communal and more human horizon. To make this change happen, educators and professionals working in the social field have to commit to the goals of meekness. From a pedagogical point of view, meekness offers a possibility to change and improve professionals’ actions since it highlights everyone’s need to estalish relationships with others. To acknowledge human finitude and the nececessity to be supported allows to set aside the egoncentric behaviors and the god complex that endanger the profound meaning of the educational work.