Ripensare ad una pedagogia dell'avventura: Piero Bertolini e Kurt Hahn
Studente: Lisa Favotto
Titolo tesi: Ripensare ad una pedagogia dell'avventura: Piero Bertolini e Kurt Hahn
Docente relatore: Prof. Loris Benvenuti
Docente controrelatore: Prof. Emanuele Balduzzi
Presidente commissione di tesi: Prof.ssa Claudia Andreatta
Data discussione tesi: 05 ottobre 2021
Baccalaureato in: Scienze dell'educazione - Educatore sociale
L’avventura, con una certa intenzionalità, può essere un importante strumento educativo nella presa in carico di giovani a rischio. Questo è il principio base su cui vuole articolarsi il mio elaborato all’interno dei capitoli. L’analisi di questa prospettiva, è approfondita attraverso il pensiero di due autori di riferimento: Piero Bertolini e Hahn Kurt. Essi propongono due visioni diversificate, ma con alcuni punti di vicinanza per quanto riguarda le premesse teoriche. Infatti, il punto di partenza è il considerare i ragazzi come essenzialmente vivi, ricchi nell’entusiasmo, curiosi, con la voglia di scoprire il “nuovo”. Solitamente, essa è concepita come “un'esperienza entusiasmante o inusuale, rischiosa dall'esito incerto” che nel contesto presentato, prende vita in attività all’aperto come trekking, alpinismo, salvataggio in mare, spedizioni in luoghi impervi di numerosi giorni. Kurt e Bertolini privilegiano metodologie che si discostano in alcuni punti, ma entrambi mirano alla crescita individuale del ragazzo sotto molti punti di vista. Rivisitare questo espediente educativo è importante al fine di recuperarne la sua essenza, lontano dagli stimoli odierni che tentano di sostituirsi ad essa, in nome di una cultura che identifica lo sconosciuto, come qualcosa di pericoloso da evitare. È necessario poter re - introdurre nuovi approcci stimolanti e al passo con i tempi in grado di influenzare, o eventualmente, arricchire, la pedagogia attuale. Nel percorso è possibile osservare come l’avventura non sia un concetto così lontano, ma come qualcosa che, inconsapevolmente, appartiene ad ogni nostro singolo giorno.
Adventure, with some intentionality, can be an important educational tool in taking charge of at-risk youth. This is the basic principle on which I want to articulate in the chapters. The analysis of this perspective is deepened through the thought of two authors of reference: Piero Bertolini and Kurt Hahn. They propose two different visions, but with some points of closeness as regards the theoretical premises. In fact, the starting point is to consider children as essentially alive, rich in enthusiasm, curious, with a desire to discover the "new". Usually, it is conceived as "an exciting or unusual experience, risky with an uncertain outcome" which, in the context presented, comes to life in outdoor activities such as trekking, mountaineering, rescue at sea, expeditions to inaccessible places lasting several days. Kurt and Bertolini favor methodologies that differ in some points, but both aim at the individual growth of the boy in many ways. Revisiting this educational expedient is important in order to recover its essence, far from today's stimuli that attempt to replace it, in the name of a culture that identifies the unknown as something dangerous to avoid. It is necessary to be able to re-introduce new stimulating approaches in step with the times that can influence, or possibly enrich, the current pedagogy. Along the way it is possible to observe how adventure is not such a distant concept, but as something that, unconsciously, belongs to every single day of our lives.